Arriva un momento nella vita in cui non rimane altro da fare che percorrere la propria strada fino in fondo. Quello è il momento d'inseguire i propri sogni, quello è il momento di prendere il largo, forti delle proprie convinzioni.
Là dove sei diretto non ci sogno sentieri, né piste, solo il tuo istinto. Hai seguito i segnali e alla fine sei arrivato. Adesso devi fare il gran tuffo nell'ignoto e scoprire da solo chi ha torto, chi ha ragione, chi sei tu veramente.
In questi giorni, a casa, con le feste natalizie, rivedendo persone e luoghi cari mi viene in mente solo questo:
I I'm a one way motorway I'm a road that drives away and follows you back home
I I'm a streetlight shining I a white light blinding bright, burning off and on
it's times like these you learn to live again it's times like these you give and give again it's times like these you learn to love again it's times like these time and time again
I I'm a new day rising I'm a brand new sky to hang the stars upon tonight
but I I'm a little divided do I stay or run away and leave it all behind
it's times like these you learn to live again it's times like these you give and give again it's times like these you learn to love again it's times like these time and time again
L'ultimo auutobus notturno... un po' come la carrozza che aspetta Cenerentola a mezzanotte.
Solo che la mia mezzanotte sono le 2.40-45 (nemmeno l'orario di partenza è preciso).
Solo che io non esco da un castello dopo aver ballato col principe azzuro, ma da qualche locale di Saint Gery dopo aver bevuto qualche birra (di troppo) con gente poco raccomandabile.
Solo che non corro verso la carrozza ricavata da una zucca, ma verso un autous vecchio che si riempirà di gente che puzza da alcool...
Arrivo in anticipo. Per sbaglio urto un bicchiere di vetro frantumato per terra. Mi fermo ad aspettare l'autobus. C'è un tizio che si è addormentato appoggiato a una delle piante all'ingresso del locale. Il cestino straborda di cartocci di patatine gettate per la fretta di salire in autobus, la salsa lentamente scorre ai lati. Bicchiere frantumato urtato da qualcun altro. Fisso per 0,92 secondi l'africano affianco a me appoggiato alla transenna e questo attacca bottone. Io lo ignoro. Bicchiere frantumato urtato da qualcuno. Gruppetto di ragazzini arabi discute animatamente. Si sta per passare alla rissa, uno viene strattonato, quasi gli tolgono la giacca, arrivano altri per dividerli. Arriva l'autobus. Tutti in fila per mostrare l'abbonamento o timbrare il biglietto. Arriva un gruppetto di amici di corsa che passano davanti a tutti convinti che l'autobs stia per partire. E finalmente si parte. Autobus strapieno. Un odore misto di frites, fumo, sudore e soprattutto alcool. Da una parte lui sussurra a lei qualche parola in francese tra un bacio e l'altro tenendola seduta sulle ginocchia. Un po' più in là tre amici scherzano in qualche lingua dell'Est sorreggendosi l'uno con l'altro. La bionda British cerca di attirare l'attenzione dell'amico francese, ma lui è tutto preso dall'altra amica spagnola. La coppia di amiche italiane si nota subito. I due tedeschi si scambiano qualche parola mentre vengono sballottolati di qua e di là dalle curve dell'autobus. La prossima fermata è la mia. Scendo e prendo in pieno una pozzanghera. Cazzo questa non è la mia fermata. L'autobus ha deviato per l'ennesima volta. Raggiungo la piazza ormai deserta, la attraverso, barcollo un po' (ma è che cammino male col piede bagnato dalla pozzanghera, non penserete mica che abbia bevuto no?). Un tipo nella penombra mi osserva. E, convinta che questo mi insegua, mi velocizzo e arrivo a casa. Aspettando il weekend prossimo per prendere ancora una volta la mia carrozza di ubriachi col ketchup sulla bocca da leccare.
Questa città è frustrante... Nelle ultime due settimane:
- ho dato il mio numero a un tipo e non mi ha richiamato;
- ho chiesto il numero di telefono a un cameriere e mi ha detto di no;
- sono stata un'ora a parlare con un tipo pensando "Dai! Infilami la lingua in bocca!". "No, piuttosto la infilo in bocca al prima trans mulatto che passa per strada!".
All that we have dreamed of Bergman said it all, the magic is in the fall, so true...
When you see him tell him all that you don't know all how much we've grown so I cry but like always, I don't feel that much in here
so I sit by your side just to be near you oh lord please don't take him yet
Now you're gone, you're with angels I will soon come visit you and talk about, the time we had together and our town is filled with tears
Don't feel bad while you're there life was only sad sad while you were here filled with rage and fear and now I sit by your side but you can't hear me you can always count on me
don't feel sad, you're with angels I will soon come visit you and talk about, the time we had together now our town is filled with tears
so I sit by your side although you're not with me when I comfort you, when I come to you and like always, right here by your side
don't feel sad, you're with angels I will soon come visit you and talk about, the time we had together and our town is filled with tears
Le persone entrano ed escono nella nostra vita.
Alcune lasciano un segno indelebile, di altre non ricordiamo neanche il nome.
Alcune le rivedremo (basta volerlo), altre ci hanno lasciato per sempre.
Alcune verranno rimpiazzate da qualcun altro di simile, altre rimangono insistituibili.
Ad alcune persone avremmo voluto dare e dire di più, di altre invece siamo contenti di essercene liberati.
Da alcune persone abbiamo imparato tanto, altre persone ci hanno solo sfiorato.
Tutte queste persone ci hanno permesso di essere quello che siamo, nel bene o nel male.
Ma quelle più importanti sono quelle a cui pensiamo in continuazione, quelle che ci hanno dato di più, quelle che abbiamo amato e che ci hanno amato, quelle che anche se non ci sono più rimangono sempre nel nostro cuore.
E vivono con noi, in noi e grazie a noi.
OBIETTIVI:
Farsi uno per ogni Stato membro della Comunità europea o "queo che ciama".
MODALITÀ DI SVOLGIMENTO:
Riuscire ad ottenere numeri di telefono utilizzando la lingua
Documentare il successo del progetto
Affinare la tecnica al fine di ampliare il bagaglio CULturale
PUNTI BONUS:
Conoscere un Thierry
Doppia cittadinanza
Due persone della stessa cittadinanza nello stesso momento
Visita ai luoghi di origine
Primo cesso (secondo il giudizio insindacabile del CDA)
PERDITA DI PUNTI:
Conoscere i genitori
Dal secondo cesso in poi (secondo il giudizio insindacabile del CDA)
CDA - Consiglio di amministrazione: Lorenzo: presidente Fabio: responsabile locali danzanti Lucia: responsabile cucine Paola: segretaria e responsabile approvvigionamento birre
The song of my first period here, when I was getting used to the city, when I was looking for a house, when everything seemed to be so hard, when you realise you're on your own.
And if the elevator tries to bring you down, go crazy - punch a higher floor!
If you don't like the world you're living in, take a look around you: at least you got friends.
Special thanks to my Bruxelles friends who helped me going through that hard period.
Dearly beloved
We are gathered here today
to get through this thing called life
Electric word life
It means forever and that's a mighty long time
But I'm here to tell you
There's something else
The afterworld
A world of never ending happiness
You can always see the sun, day or night
So when you call up that shrink in Beverly Hills
You know the one - Dr. Everything'll Be Alright
Instead of asking him how much of your time is left
Ask him how much of your mind, baby
'Cause in this life
Things are much harder than in the afterworld
In this life
You're on your own
And if de-elevator tries to bring you down
Go crazy - punch a higher floor
If you don't like the world you're living in
Take a look around you
At least you got friends
You see I called my old lady
For a friendly word
She picked up the phone
Dropped it on the floor
(Sex, sex) is all I heard
Are we gonna let de-elevator
Bring us down
Oh, no Let's Go!
Let's go crazy
Let's get nuts
Let's look for the purple banana
'Til they put us in the truck, let's go!
We're all excited
But we don't know why
Maybe it's 'cause
We're all gonna die
And when we do (When we do)
What's it all for (What's it all for)
You better live now
Before the grim reaper come knocking on your door
Tell me, are we gonna let de-elevator bring us down
Oh, no let's go!
Let's go crazy
Let's get nuts
Look for the purple banana
'Til they put us in the truck, let's go!
C'mon baby
Let's get nuts
Yeah
Crazy
Let's go crazy
Are we gonna let de-elevator bring us down
Oh, no let's go!
Go crazy
I said let's go crazy (Go crazy)
Let's go, let's go
Go
Let's go
Dr. Everything'll be alright
Will make everything go wrong
Pills and thrills and dafodills will kill
Hang tough children
Nuovo stage, nuova esperienza all’estero, nuovo blog. Ma da dove comincio? Mmmh, potrei cominciare da quando ho deciso di fare il Leonardo, ma in realtà non me lo ricordo. Da quando ho fatto domanda per parteciparvi scrivendo inutili curriculum e lettere in motivazionali in inglese e (udite udite!) in francese. Forse è meglio cominciare dal 3 settembre, giorno della mia partenza dall’Italia? O dal primo giorno di stage? O dal primo giorno nella nuova casa?
No... ho deciso che comincio dal 30 agosto. Ultima cena. L’ultima domenica in Italia ho deciso di invitare i miei amici a casa mia per una cena. Niente di speciale, giusto un momento per salutarci. Abbiamo mangiato, bevuto, parlato, bevuto, scherzato, bevuto. Poi mi hanno dato dei regali. Quelli della tombola bastarda però. Quindi mi sono beccata nell’ordine:
un lettore dvd portatile con telecomando probabilmente rotto (tosi, sforo col peso in valigia!)
una pallina da tennis in spugna trovata dentro le patatine (si ringrazia il magazzino di mauro)
un interruttore a chiave totalmente inutile
un dopobarba
un salvaslip con sopra scritto con l’evidenziatore “usato ma garantito”.
Momento di commozione per questi bellissimi e importantissimi regali (che logicamente ho lasciato in Italia). Dopodiché arriva il regalo vero e proprio. Un libro: “Il delfino” di Sergio Bamabaren. Avevo promesso di leggerlo in aereo. Figurati! Non ho resistito e me lo sono letto un pomeriggio, in uno dei miei tanti momenti di procrastinazione nella fase “lucia cazzo devi fare la valigia e non devi sforare i 25 kg tra bagaglio a mano e valigia da imbarcare”.
Beh insomma per farvela breve tanto per cambiare mi sono messa a piangere leggendo il libro. I miei amici (praticamente Albi) hanno trovato il libro giusto per descrivermi e per farmi riflettere in un momento così particolare della mia vita.
Ed è per questo motivo che ho intitolato questo blog “Il delfino e la balena”.
Il delfino è il protagonista del libro che passa le giornate ad andare incontro alle onde sulla barriera corallina, mentre gli altri membri del branco pescano tutto il giorno. Incompreso dal resto del gruppo, il delfino parte al largo alla ricerca "dell'onda perfetta che gli avrebbe aperto gli occhi sul senso della sua vita e gli avrebbe permesso di realizzare il suo sogno".
Adesso non sto qua a raccontarvi tutto il resto del libro, quello che sto cercando di dire è che una parte di me è come quel delfino che sente il bisogno di prendere il largo per inseguire i propri sogni e per capire chi è veramente.
Tuttavia un'altra parte di me è come una grossa balena che si muove lentamente e goffamente e che preferisce seguire il sicuro percorso indicato dalle correnti marine piuttosto che affrontare l'ignoto. La balena rimane impassibile di fronte a quello che le succede intorno e segue la corrente, sicura, conosciuta, nella quale si sente a suo agio.
Il delfino va verso mondi sconosciuti e insicuri, la balena rappresenta la sicurezza di quello che già abbiamo e conosciamo. Il delfino è un sognatore, la balena è realista e sa che i sogni non sempre si realizzano.
E potrei ribadire il concetto all'infinito, ma penso abbiate capito lo stesso. In fondo noi tutto siamo un po' delfino e un po' balena. Tutto dipende da quello che prevale.
Io ho lasciato la balena a Marola e sono salita in groppa al delfino. Chissà dove mi porterà.