Tuesday, December 1, 2009

L'ultimo autobus

L'ultimo auutobus notturno... un po' come la carrozza che aspetta Cenerentola a mezzanotte.
Solo che la mia mezzanotte sono le 2.40-45 (nemmeno l'orario di partenza è preciso).
Solo che io non esco da un castello dopo aver ballato col principe azzuro, ma da qualche locale di Saint Gery dopo aver bevuto qualche birra (di troppo) con gente poco raccomandabile.
Solo che non corro verso la carrozza ricavata da una zucca, ma verso un autous vecchio che si riempirà di gente che puzza da alcool...

Arrivo in anticipo. Per sbaglio urto un bicchiere di vetro frantumato per terra. Mi fermo ad aspettare l'autobus. C'è un tizio che si è addormentato appoggiato a una delle piante all'ingresso del locale. Il cestino straborda di cartocci di patatine gettate per la fretta di salire in autobus, la salsa lentamente scorre ai lati. Bicchiere frantumato urtato da qualcun altro. Fisso per 0,92 secondi l'africano affianco a me appoggiato alla transenna e questo attacca bottone. Io lo ignoro. Bicchiere frantumato urtato da qualcuno. Gruppetto di ragazzini arabi discute animatamente. Si sta per passare alla rissa, uno viene strattonato, quasi gli tolgono la giacca, arrivano altri per dividerli. Arriva l'autobus. Tutti in fila per mostrare l'abbonamento o timbrare il biglietto. Arriva un gruppetto di amici di corsa che passano davanti a tutti convinti che l'autobs stia per partire. E finalmente si parte. Autobus strapieno. Un odore misto di frites, fumo, sudore e soprattutto alcool. Da una parte lui sussurra a lei qualche parola in francese tra un bacio e l'altro tenendola seduta sulle ginocchia. Un po' più in là tre amici scherzano in qualche lingua dell'Est sorreggendosi l'uno con l'altro. La bionda British cerca di attirare l'attenzione dell'amico francese, ma lui è tutto preso dall'altra amica spagnola. La coppia di amiche italiane si nota subito. I due tedeschi si scambiano qualche parola mentre vengono sballottolati di qua e di là dalle curve dell'autobus. La prossima fermata è la mia. Scendo e prendo in pieno una pozzanghera. Cazzo questa non è la mia fermata. L'autobus ha deviato per l'ennesima volta. Raggiungo la piazza ormai deserta, la attraverso, barcollo un po' (ma è che cammino male col piede bagnato dalla pozzanghera, non penserete mica che abbia bevuto no?). Un tipo nella penombra mi osserva. E, convinta che questo mi insegua, mi velocizzo e arrivo a casa. Aspettando il weekend prossimo per prendere ancora una volta la mia carrozza di ubriachi col ketchup sulla bocca da leccare.

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